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Corte dei Conti Ue: la rete europea non è ancora adatta al trasporto intermodale

29/03/2023

La Corte dei Conti europea ha pubblicato una relazione speciale che definisce irrealistici gli obiettivi stabiliti dalla Commissione europea per aumentare l’uso della ferrovia e delle vie navigabili interne per il trasporto di merci entro il 2030 e il 2050. Secondo la relazione, in Europa manca una strategia adeguata allo sviluppo del trasporto intermodale

La relazione speciale dal titolo “Trasporto intermodale delle merci – Il cammino dell’Ue verso la riduzione del trasporto merci su strada è ancora lungo” ha analizzato diversi Paesi, tra cui l’Italia, che coprono tre flussi commerciali chiave che si sovrappongono alle tratte dei corridoi TEN-T: il corridoio Reno-Alpi (che si estende dal Belgio e dai Paesi Bassi all’Italia), il corridoio Mare del Nord-Baltico (tra Polonia e Germania) e i corridoi Atlantico e Mediterraneo (che collegano la Germania alla Spagna attraverso la Francia). 

Il trasporto su strada continua a dominare

Lo studio evidenzia che, nonostante l’Ue abbia investito oltre 1,1 miliardi di euro in progetti di intermodalità tra il 2014 e il 2020, il trasporto su strada continua a prevalere, rappresentando circa il 77% del trasporto merci nell’Ue

Inoltre, secondo la Corte, ci sono altri ostacoli che impediscono al trasporto intermodale di crescere. Ad esempio, alcune normative dell’Ue nuocciono all’attrattività del trasporto intermodale: l’attuale versione della direttiva sui trasporti combinati risale al 1992, quindi obsoleta e inefficace. 

In aggiunta, la Corte segnala molteplici ritardi accumulati dai paesi dell’Ue nel rendere le infrastrutture conformi ai requisiti tecnici stabiliti dalla normativa Ue. 

Italia in ritardo

Parlando di ritardi, la relazione della Corte segnala percentuali di puntualità relativamente basse in Italia per le tratte ferroviarie internazionali e quelle interne, rispettivamente del 41% e del 54%. Inoltre, il livello di affidabilità del trasporto merci interno via treno è del 70%, inferiore a quello dei Paesi Bassi (78%), della Polonia (90%), della Francia (96%), della Spagna (98%) e della Germania (100%). 

La relazione cita anche il porto di Trieste, in quanto ha ricevuto finanziamenti dell’Ue per l’ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria, ma il progetto ha subito ritardi a causa della mancata collaborazione tra l’autorità portuale e il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. 

Aumentare l’intermodalità per decarbonizzare i trasporti

La relazione, in conclusione, ricorda come il settore dei trasporti è responsabile di quasi un quarto delle emissioni di gas a effetto serra in Europa e quasi tre quarti di esse, precisamente il 72% nel 2019, sono imputabili al trasporto stradale. Gli autocarri e i camion che trasportano merce su strada sono responsabili di circa un quarto delle emissioni del trasporto stradale. 

A fronte di questi dati, la relazione sottolinea l’importanza per l’Ue di affrontare le questioni riguardanti il trasporto merci su strada in aumento e le difficoltà riscontrate nel trasporto intermodale se vuole raggiungere le proprie ambizioni ecologiche. 

Per maggiori informazioni è possibile consultare la relazione allegata a fine articolo.

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