AdBlue, trasporti e sostenibilità: quanti rischi per il settore
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Un aumento del costo del gas del 440% rispetto ad inizio pandemia. Un segno “più” che si riflette sulla vita di tutti i giorni e che, oltre alle bollette da pagare per i tutti i consumatori, crea dei disagi ad un settore che muove l’Italia ogni giorno, quello dei trasporti. I camion Euro 6 funzionano con l’AdBlue, liquido che riduce le emissioni degli ossidi di azoto dai gas di scarico fino al 90%. Senza AdBlue, sostanzialmente, il camion non marcia. Come se non bastasse, un camion fermo va ad aggiungersi a delle situazioni già presenti a livello italiano, europeo e mondiale: quello della carenza di autisti di cui abbiamo già diffusamente parlato.
Lo stabilimento di Ferrara di Yara Italia, il principale produttore italiano AdBlue che rifornisce circa il 60% dei consumatori, si è fermato per quattro settimane. Una scelta necessaria per la sopravvivenza dell’azienda, dovuta a dei costi di produzione che hanno superato quelli di vendita. La multinazionale che produce i fertilizzanti, gas industriali e soluzioni ambientali, ha previsto un fermo che comunque non va ad incidere negativamente sul sistema, ma in caso di una sosta più lunga gli effetti sarebbero devastanti.
Il paradosso? Chi ha investito in camion in mezzi nuovi Euro 6 o alimentati a metano rischia il fermo del veicolo o rifornimenti a prezzi esorbitanti, mentre chi circola ancora con mezzi di vecchia generazione e, di conseguenza, altamente inquinanti, si trova in una condizione di vantaggio.