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Mobilità internazionale in fase Covid: Regole per l’ingresso o l’uscita dall’Italia

03/11/2020
Nel DPCM approvato il 24 ottobre non ci sono stati particolari cambiamenti per gli autisti.
Esistono però, alcune pedanterie burocratiche sia per quanto riguarda il personale di imprese straniere che entrano in Italia, sia per chi dall’Italia deve entrare in alcuni paesi adiacenti.
 
L’ingresso in Francia e Austria
E' necessario disporre di un certificato di viaggio, da scaricare in un apposito sito governativo.
L’Austria, invece, all'interno di un "lieve lockdown”, concede di non sottoporsi a quarantena soltanto a chi arriva nel paese da un gruppo di altri Stati, tra i quali compare anche l’Italia.
La situazione cambia e obbliga invece alla quarantena, nel caso in cui chi arriva dall’Italia o da altri paesi europei si siano recati in altri paesi a rischio nei dieci giorni precedenti.
 
L’ingresso in Slovenia e in Baviera
Slovenia, Lubiana ha inserito in black-list aree a rischio di regioni italiane (per la precisione: Abruzzo, Valle d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia di Bolzano).
Per chi proviene da tali regioni è prevista una quarantena di 10 giorni una volta entrato in Slovenia o, in alternativa, presentare un test negativo effettuato non più di 48 ore prima. Questa misura non riguarda chi sta svolgendo un trasporto merci internazionale o chi deve soltanto transitare, sarebbe sufficiente dimostrare il proprio status con il certificato.
 
Gli autisti stranieri in arrivo in Italia
Per chi deve entrare in Italia non ci sono problemi, almeno se si tratta di italiani.
In caso di personale straniero è invece necessario dare forma a una autodichiarazione che dimostri con certezza le esigenze lavorative e comunicare il proprio ingresso al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente in base al luogo di entrata (art.5 e art.6 c.7).
Per chi ha soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti in una serie di Paesi a rischio Covid (attualmente: Armenia, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Moldavia e Montenegro), è consentito rimanere in Italia per non più di 120 ore laddove i trasporti abbiano una destinazione all’interno del territorio italiano o di 36 ore in caso di solo transito.


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