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Il tunnel del Brennero opera strategica per i trasporti e l’economia italiana

06/07/2018
Il 2027 sarà un anno importante per il mondo dei trasporti e in generale per l’economia italiana verso l’Europa. Entreranno infatti in funzione il tunnel ferroviario di base del Brennero, da Fortezza (Italia) a Innsbruck (Austria), e le tratte di accesso a sud, da Fortezza fino a Verona.
 
Per fare il punto sugli scenari, gli sviluppi e le opportunità di queste opere infrastrutturali, l’Interporto Quadrante Europa di Verona ha organizzato, giovedì 5 luglio, il Primo “Brenner Corridor Intermodal Forum” - Forum Intermodale del Corridoio del Brennero. L’incontro ha visto la partecipazione di tutti gli attori principali dell’intermodalità e dei trasporti lungo l’asse del Brennero: enti locali, rappresentanti delle istituzioni e delle categorie, operatori logistici e del mercato, con la partecipazione del Coordinatore Europeo del Corridoio ScanMed (Scandinavo-Mediterraneo) Pat Cox.
 
Per l’Italia rappresenta senza dubbio un’opera infrastrutturale strategica e volano per la ripresa. Dal valico del Brennero transitano circa 50 milioni di merci all’anno (su circa 160 dell’intero arco alpino), quantità in crescita negli ultimi anni di +25%, a fronte di una crescita del Pil di +3,5% tra il 2014 e il 2017, e che si prevede in ulteriore consistente crescita nel prossimo decennio.
 
Oggi il 30% del trasporto merci lungo il Brennero è realizzato su ferro e il 70% su strada. Uno dei temi principali emersi durante il forum è stato proprio quello dell’esigenza di ricalibrare queste percentuali, ovvero spostare più merci verso il trasporto ferroviario, sia perché l’A22 ha quasi raggiunto il limite di sostenibilità del transito di mezzi pesanti (circa 2,2 milioni all’anno, con una capacità massima stimata attorno ai 3 milioni), sia per questioni si sostenibilità ambientale.
 
Il trasporto ferroviario sarà appunto potenziato attraverso la realizzazione del tunnel del Brennero. La galleria da Fortezza a Innsbruck sarà lunga 55 chilometri, con 9 metri di diametro e due sensi di marcia (quindi 110 km di scavi), a cui si aggiungono altri 60 km di gallerie di sicurezza e 50 per quelle di servizio, per un totale di 220 km di lavori. Il costo dell’opera è di 7 miliardi, il 40% finanziati dall’Europa, il 60% a metà tra Italia e Austria.
 
Il Coordinatore Europeo ScanMed Pat Cox ha annunciato che circa un terzo dei 220 km è già costruito, sottolineando tuttavia che non sono sufficienti i tunnel, ma che occorre creare “tutti i sistemi connessi con questa grande opera che insiste sull’asse del Brennero, fondamentale per i trasporti. Lo ScanMed ha attivato tavoli tematici, anche sull’alta velocitò, ed è necessario che Italia, Austria e Germania arrivino pronte al 2027”.
 
In questo scenario Verona e il Quadrante Europa, il primo interporto in Italia per volume di traffico merci, il migliore a livello europeo, possono svolgere un ruolo da protagonisti e fungere da cabina di regia per il potenziamento di infrastrutture e servizi in vista del 2027, come sottolineato dal Presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato. Il Consorzio Zai ha in cantiere la realizzazione di un nuovo terminal con binari lunghi 750 metri, in grado di accogliere i nuovi treni merci che percorreranno l’asse del Brennero) e lo sviluppo del centro logistico dell’area della Marangona.
 
Tra gli intervenuti, Giorgio Adami, Vice Presidente di Confindustria Verona, ha evidenziato come Verona rappresenti la seconda provincia in Italia per presenze di multinazionali, un dato che evidenzia l’importanza economica e logistica di questo territorio. Adami ha sottolineato la necessità che “gli attori interessati devono condividere scelte e poi applicarle. Le nostre imprese hanno bisogno di infrastrutture all’avanguardia, efficienti, e quindi chiedono fatti”.


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