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Gli scenari del trasporto merci e della logistica nel medio-lungo periodo

11/10/2017

In una riunione con la stampa, il vice ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, ha fatto il punto sullo studio "Scenari per il trasporto merci e la logistica nel medio e lungo periodo". Ha sottolineato come "Il documento presentato è parte di un piano strategico integrato che guarda all’importanza e alla centralità dell’Italia rispetto ai traffici nel Mediterraneo. La sfida che abbiamo di fronte riguarda la necessità di promuovere una maggiore mobilità sia all’interno che fuori dai nostri confini. Maggiore mobilità significa anche maggiore movimentazione di merci. Ci sono tre punti significativi che il ministero sta portando avanti. Il primo, fondamentale, è la digitalizzazione delle infrastrutture su cui abbiamo messo in campo significativi investimenti. Secondo, l’Italia ha preso un forte impegno per trasferire entro il 2030 il 25-30% del traffico merci su ferro per arrivare al 50% entro il 2050: per far questo è chiaro che il cosiddetto ‘ultimo miglio’, il collegamento con porti e aeroporti, è fondamentale. Infine ci sono i piani sulle tre grandi piattaforme strategiche infrastrutturali: quella del Nord-Est, che include il Brennero e apre il collegamento con l’Europa centrale e la Via della Seta. Poi c’è quella del Nord-Ovest che guarda alla Francia e che rappresenta il crocevia secolare dello sviluppo europeo. Infine il grande tema dell’Italia meridionale: abbiamo previsto investimenti portuali importanti per catturare l’apertura della seconda bocca del canale Suez e intercettare i traffici di provenienza dall’Est del mondo che incrociano il nostro mare”, ha detto Nencini.

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato nel 2015, su iniziativa del ministro Graziano Delrio, una nuova stagione di pianificazione per le infrastrutture e i servizi per il trasporto merci e la logistica, concretizzatasi in numerosi documenti pianificatori e di indirizzo: Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica (2015), Connettere l’Italia(allegato al Documento di Economia e Finanza 2016 e 2017), Position paper sul rilancio del trasporto ferroviario delle merci (2016) e conseguenti norme attuative (2017), Position paper sul cargo aereo (2017), lavori delle Aree logistiche integrate (2016-2017) e accordi/cabine di regia sovraregionali (2016-2017). Alla conferenza stampa sono intervenuti il coordinatore della struttura tecnica di missione, Giuseppe Catalano ed il professor Vittorio Marzano.

La vision integrata di questo sforzo è l’implementazione di un sistema logistico efficiente, resiliente e sostenibile a servizio del sistema economico produttivo nazionale, che ha visto nella “cura del ferro” e nella “cura dell’acqua” le sue prime pratiche declinazioni, ed in coerenza con i principi generali di: promozione di infrastrutture utili, snelle e condivise; semplificazione ed efficientamento procedure e governance; incentivi per le modalitàdi trasporto più sostenibili.

Lo sforzo realizzativo, basato su una condivisione partenariale delle azioni, è stato sostenuto da considerevole stanziamento di risorse, tra l’altro per investimenti nel settore portuale e per il Marebonus (128 M€ per il biennio 2017-2018), per lo schema di Contratto di Programma RFI 2017-2021 con 66 miliardi di € di investimenti già finanziati (innanzitutto per completare e adeguare la rete nazionale agli standard europei e per i tunnel di Base Alpini), fino agli incentivi per il trasporto ferroviario: Ferrobonus(20 M€/anno per tre anni), sconto pedaggio (circa 100 M€/anno per 5 anni), formazione macchinisti (2 M€/anno per 3 anni), adeguamento carri ferroviari merci alla normativa anti-rumore (20 M€).

Il trasporto ferroviario delle merci è aumentato nel 2015, in termini di treni∙km, del +4% rispetto al 2014 e nel 2016 del 4.6% rispetto al 2015, con analoghe proiezioni di crescita per il 2017. Anche il traffico portuale è cresciuto, in termini di tonnellate, del 5.2% nel 2016 rispetto al 2014, i dati tendenziali per il 2017 mostrano una crescita annua del 5.4% del traffico container e di ben il 9.8% del traffico Ro-Ro, e il Paese è passato dal 38° al 1° posto della classifica Doingbusiness della World Bank per l’indicatore Trading across bordergrazie alle iniziative di snellimento e ottimizzazione delle operazioni doganali.

Il gruppo di lavoro sugli Scenari per la logistica ha individuato alcune traiettorie di approfondimento per ulteriori interventi nel settore della logistica e del trasporto merci, evidenziando innanzitutto tra le principali sfide da affrontare la necessità di approfondire le dinamiche demografiche del Paese e le relazioni tra dematerializzazione dei consumi e logistica. Occorrerà inoltre sostenere la penetrazione di mercato e performance dell’Italia in mercati esportativi consolidati e emergenti, tenendo conto che l’export nel periodo 2006-2015 è cresciuto a ritmi superiori a quelli delle altre componenti della domanda aggregata, arrivando a rappresentare oltre il 30% del PIL. In questo contesto, le Zone Economiche Speciali (ZES) di recente attuazione rappresentano potenziali game changers, in particolare per il Mezzogiorno.

Affrontare compiutamente le scelte pianificatorie per la logistica significa anche cogliere appieno le innovazioni tecnologiche di settore (carburanti alternativi, automazione) e di sistema (nuove tecniche di produzione) che già in parte contribuiscono a creare, da un lato, una domanda di servizi di trasporto merci e logistica e, dall’altro, opportunità di offerta di servizi molto diverse e più varie di quelle attuali. Basti pensare in tal senso al paradigma della mobilità come servizio (mobility-as-a-service) ed agli effetti strutturali dell’e-commerce e della polverizzazione dei volumi e della geografia dei traffici.

Si è infine sottolineata l’importanza di coordinamento e raccordo tra competenze interministeriali – con particolare riferimento ai temi di Industria 4.0, alle scelte energetiche nazionali e alle politiche del lavoro nella logistica e nel trasporto merci – e la necessità di promuovere una cultura condivisa della raccolta dati e del monitoraggio e di continuare a seguire la logica del processo partecipativo partenariale.

 

Articolo tratto da:

MIT



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