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Il Regno Unito cerca autotrasportatori: messi a disposizione 300 visti temporanei, rispondono solo in 127

06/10/2021
Il Governo del Regno Unito ha messo a disposizione 300 visti temporanei per il periodo che va fino a marzo 2022 per trovare conducenti di mezzi pesanti da collocare nell'industria dei carburanti. Ma a rispondere sono stati solo in 127.

Il popolo britannico sta subendo in questo momento una crisi di approvvigionamento di carburante collegata alla carenza di autisti di mezzi pesanti: mancherebbero all’appello, infatti, circa 90mila conducenti.
Le ragioni sono correlabili a diversi fattori che spaziano dalla Brexit alla pandemia, fino all’invecchiamento della forza lavoro.

La crisi del carburante è stata aggravata poi dalla corsa all’accaparramento da parte degli automobilisti preoccupati, che hanno formato in queste settimane lunghe file davanti alle stazioni di rifornimento.
Dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, decine di migliaia di autotrasportatori europei avevano lasciato il paese, e le regole piuttosto stringenti sull’emissione dei visti imposte successivamente dal Governo avevano impedito che fossero rimpiazzati.
La carenza di autisti di cisterne del carburante è stato così pesante che ha costretto Johnson a utilizzare i militari per rimediare alle disfunzioni della catena di approvvigionamento.
 
Secondo Johnson il problema è "globale"
 
Nel corso di un'intervista, il premier Boris Johnson ha detto che il problema della carenza di carburante è "globale" ma che nel Regno Unito è particolarmente sentito.
Il premier britannico ha anche ammesso che c'è stato un peggioramento degli investimenti nelle infrastrutture e nelle condizioni salariali. Johnson ha però ridimensionato il collegamento con la Brexit, escludendo che il problema abbia a che fare con l’uscita del Regno Unito dall’Ue e sostenendo che sia piuttosto dovuto alla ripresa economica dopo la pandemia da coronavirus.
 
Infine, il premier ha espresso sorpresa per lo scarso numero di volontari che hanno richiesto i visti, affermando che lavorare nell'industria "dovrebbe essere un buon lavoro".
 


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