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Le Ali dell'Autotrasporto
Golia - Le Ali dell'autotrasporto

Dal Regno Unito all'Italia: riflettere per trovare una soluzione

27/09/2021
In tutto il Regno Unito BP, uno dei maggiori player mondiali nel settore energetico (petrolio e gas naturale)
conta circa 1.200 stazioni di servizio. La compagnia, con sede a Westminster e fondata nel 1909 (come
Anglo-Persian Oil Company), ha dovuto chiudere temporaneamente alcuni di questi stabilimenti a causa di
problemi nella distribuzione del carburante. Ora, se la matematica non è un’opinione, proviamo a fare un
semplice calcolo: avere meno carburante equivale ad un disagio per chiunque, e l’apice del problema da
(cercare di) risolvere ha purtroppo un’identità ben definita: la carenza di autisti.

Rimanendo sempre nel Regno Unito, i problemi causati dalla mancanza di autotrasportatori si erano già
visti nei mesi scorsi. Scaffali vuoti nei supermercati, senza carne e latte. Avete presente il famoso Milkshake
firmato McDonald? Pura utopia. Una situazione che deve far riflettere, nessuno in Europa vorrebbe
affrontare guai del genere. Occorre infatti guardare avanti e trovare delle soluzioni, per risolvere una
difficoltà che rischia di diffondersi a macchia d’olio in tanti altri paesi.

Se, da una parte, le problematiche dovute alla Brexit e alcune limitazioni doganali hanno creato dei
problemi di distribuzione “tipici” del Regno Unito, dall’altra occorre guardare con attenzione alle
conseguenze, per studiare le soluzioni che al di là della Manica stanno cercando di attuare. Il Governo,
secondo un portavoce del Primo Ministro, Boris Johnson, avrebbe riconosciuto le circostanze sfidanti e
starebbe accelerando, in accordo con il dipartimento dei trasporti, per trovare un metodo per rendere più
veloce l’ottenimento della patente per gli autisti HGV (Heavy Goods Vehicle)
. Non finisce qui, perché si
concederanno fino a 10.500 visti di lavoro temporanei (da ottobre a dicembre) a causa della penuria di
manodopera, per rispondere alla mancanza di camionisti ed altri operatori del settore.

Anche Golia, tornando alla situazione italiana, sta cercando di fare la sua parte. Proponendo soluzione
costruttive che coinvolgano tutte le componenti dell’autotrasporto. Lo ha specificato anche
l’Amministratore Delegato, Claudio Carrano, attraverso un’intervista di circa un mese fa al Corriere della
Sera
, che riproponiamo: «Affidarsi ad autisti stranieri può essere una soluzione solo in emergenza, non
dimentichiamo che la conoscenza della lingua è fondamentale. Oggi per fare il camionista servono
conoscenze in diversi campi, dal digitale alle normative sulla consegna e conservazione delle merci.
L'accesso dovrebbe avvenire con un diploma, non soltanto con la terza media come oggi. Si potrebbe
cominciare dal formare i percettori di reddito di cittadinanza adatti a fare questo mestiere. Senza
dimenticare l’opportunità di promuovere l’ingresso delle donne del settore, perché per guidare un camion
servono intelligenza e prudenza»
.


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